Primo Marella Gallery è orgogliosa di accogliere nei suoi spazi espositivi di Milano l’apertura della straordinaria mostra “l’Oniromante” dell’artista Agostino Arrivabene. L’evento di apertura si terrà il 22 febbraio per offrire al pubblico un’esperienza straordinaria attraverso le visioni dell’artista.
L’oniromantesegue la recente personale Thesaurosa cura di Vittorio Sgarbi, una mostra antologica nei prestigiosi spazi di Palazzo dei Diamanti a Ferrara dove l’artista aveva già messo in luce un percorso letterario in riferimento ad un corpus di opere, eseguite nell’arco di quarant’anni della sua vasta produzione, dove chiari erano i riferimenti ai lavori di grandi autori del passato come Dante Alighieri, Etzra Pound, Michelangelo Buonarroti, Ovidio, Esiodo. Su questo dialogo tra pittura e letteratura Arrivabene in collaborazione con Primo Marella ha costruito un percorso in cui le visioni del sogno aprono ad uno sguardo che indaga contesti più misterici dell’evocazione teurgica, dell’elevazione mistica e visionaria in cui la teofania degli dei muta le opere esposte in veri e propri simulacri divini.
“l’idea che il passaggio sacrale tra vita e morte sia un diaframma definitivo, e come tale una paura opprimente, è qualcosa che Arrivabene non può accettare, da qui la sua non sopprimibile tensione verso il trascendente, verso il mistico[…]È la soglia tra luce e ombra che Arrivabene frange continuamente con la forza indefessa dell’uccello migratore” 1
Ed è tra questi opposti, luce, ombra, paradiso, inferno che Arrivabene scorge nella veglia e nel sogno il suo viaggio verso sonni inquinati dove la dimensione delle visioni oniriche diviene pronostico, oracolo, miracolo per affrontare la realtà o per decifrare nella realtà il mistero di un Dio Eterno con cui avere un dialogo e dare sostanza e significato alla realtà della vita.
È nelle terre nere, dove si elaborano le vegetazioni del sogno, che Arrivabene ha attinto più volte le immagini, sorte per automatismi surrealisti o per casualità, con gesti informali della pittura nel suo innesco o dall’oblio delle notti, nel sonno, o dalle visioni ipnagogiche sorte dalle forme astratte e minerali dei suoi legni fossili qui presenti, pietre dipinte eseguite dal 2015 fino ad esempi più recenti dove creature del sogno sono sempre state protagoniste. In alcuni dipinti è presente la nube e la sua semantica, che si declina in diverse espressioni.
Diviene aurea e interamente rivestita in foglia d’oro come ne L’uomo blu oppure ne La mistica del berillio quasi a simulare un gigantesco batterio bio-luminescente, e in Sogno dove la nube diventa una presenza ectoplasmatica, un ibrido tra un guerriero ed un insetto fluttuanti, oppure nel dipinto Contra mundum dove le figura oppressa da una nube densa e terrena diventa presenza viva ma anche un freno nebbioso al procedere del cammino umano.
Sono queste opere la sintesi di un portato esistenziale che si avvicina alla visione di un sogno o di una consapevolezza mistica, di una teofania miracolosa.
Arrivabene ha imparato da Jacob Böhome prima e poi da William Blake che l’immaginazione è la prima emanazione della divinità, il corpo di Dio, le membra divine, e ha tratto insieme a loro la conclusione che le arti immaginative sono la più importante rivelazione divina; è con l’immaginazione che ci si separa dalla mortalità con l’immortalità della bellezza.
Relegare il multiforme percorso artistico di Arrivabene in una poetica precisa, in rimandi stilistici o a correnti artistiche è limitante e riduttivo. A prima vista potrebbe sembrare mosso dalla casualità automatica di un surrealista, o sotto il capriccio dispotico di un’ispirazione bizzarra, di un’isteria folle, e potremmo essere tratti in inganno nel considerarlo un viaggiatore venuto da lontano. In realtà la luce che splende nelle sue opere è come una folgore, una fiamma ispiratrice interiore.
L’oniromanzia, nell’immaginario dell’artista italiano, rappresenta la fusione tra il mondo dei sogni e la narrazione profetica di un oracolo. Questo termine si compone di due elementi chiave: “Oniro” che deriva dal greco e significa “sogno”, e “manzia” che significa “arte divinatoria” o “profezia”. Insieme, essi evocano un’esperienza artistica che si nutre del mistero onirico e della capacità di rivelare aspetti nascosti dell’animo umano attraverso l’arte. In Arrivabene l’oniromanzia è un linguaggio visivo unico attraverso il quale esplorare i confini della realtà e della visione metafisica . Le sue opere si caratterizzano per la capacità di trasformare visioni oniriche in immagini palpabili e affascinanti. L’artista s’immerge nella profondità del subconscio, catturando l’essenza dei sogni e creando un ponte tra il mondo reale e quello immaginario.
Noto a livello internazionale per la sua maestria artistica, trasporta gli spettatori in un viaggio oltre la realtà; è un’ode all’immaginazione sfrenata e all’esplorazione onirica.
La mostra, curata con elaborata raffinatezza dallo stesso artista, offre un’esperienza che sfida la percezione e invita gli spettatori a esplorare il proprio io interiore. Le opere di Arrivabene sono state acclamate per la loro capacità di trasformare l’ordinario in straordinario, il quotidiano in fantastico.
La sua tecnica impeccabile e la sensibilità spirituale si riflettono in ogni pennellata, creando un dialogo poetico tra l’artista e lo spettatore.
Agostino Arrivabene offre uno sguardo intimo nella sua interpretazione del significato dei sogni e delle sue visioni. Le opere esposte nella mostra diventano un mezzo attraverso il quale gli spettatori possono esplorare la propria psiche, intraprendendo un viaggio affascinante attraverso dimensioni iperuranie e simboliche fortemente influenzate dalla sua prospettiva mistica e dalla sua sensibilità artistica unica.
In questa mostra Arrivabene si esprime attraverso un catalogo di tecniche diversificate che vanno dagli oli su lino e tavola fino alle raffinate tempere grasse di memoria rinascimentale, oltre ad una scultura in bronzo con innesti in pittura realizzata nel 2020 dal titolo Simulacra.
Sono presenti opere monumentali quali La grande opera, un dipinto facente parte di un ciclo mai esaurito dove Arrivabene omaggia il piccolo paesaggio che occhieggia oltre il trono della Vergine Maria nella pala d’altare di Santa Maria in porto di Ercole de Roberti, ora conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano; fino al grande dipinto Il miracolo di Andrea opera sorta dall’innesco delle forme minerali di una piccola pietra paesina dipinta dall’artista e presente in mostra per mostrarne la correlazione iconografica e il vertiginoso salto di scala . Un’installazione molto originale sintetizza in una macchina concettuale l‘ultima terzina che chiude la cantica del paradiso di Dante Alighieri dove i quattro elementi presenti in simboli portano all’intuizione del quinto elemento, quale è l’amore che muove tutti gli elementi in un moto perpetuo e di slancio che brama la visione di Dio.
Saranno presenti alcuni legni fossili pietrificati, dove Arrivabene dal 2014 innesta sapientemente e con sobria raffinatezza la pittura chiudendo e riscrivendo la sua visione pittorica sorgente dalle intuizioni visive pareidoliche delle forme naturali ed astratte di queste pietre.
In questa mostra personale non solo si evidenzia il talento tecnico e variegato che distingue Agostino Arrivabene, ma si offre anche uno sguardo approfondito nella sua evoluzione artistica nel corso degli anni.
Arrivabene ha difatti costruito una carriera di successo, esponendo le sue opere in gallerie e musei di fama mondiale. Il suo talento distintivo è stato celebrato con mostre significative quali la sua prima antologica To PatheiMathosin un museo internazionale al Panorama Museum di Badfrankenhausen in Germania a cura di Gerd Lindner e Peter Weiermair, la mostra Anastasis alla casa del Mantegna a Mantova e l’antologica italiana Thesaurosal Palazzo dei Diamanti di Ferrara a cura di Vittorio Sgarbi.
Arrivabene ha collaborato anche con il teatro lirico dando il suo contributo artistico alle scenografie ed ai costumi per il SamsonetDalilaall’Operà di Montecarlo nel 2018, ha partecipato alla 54° Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia, nel Padiglione Italia, a cura di Vittoro Sgarbi.
Le opere di Arrivabene sono state esposte in mostre personali e collettive in tutto il mondo, ciò ha contribuito a consolidare la sua posizione come uno dei pittori contemporanei più influenti e innovativi e siamo orgogliosi di ospitarlo a Milano.
Primo Marella Gallery è onorata di essere il palcoscenico di questo evento straordinario e invita gli amanti dell’arte, gli appassionati e i curiosi a unirsi a noi per l’apertura, il 22 febbraio, per immergersi nella bellezza di un sogno che prende vita attraverso la magia dell’arte.
Vi invitiamo a partecipare a questa straordinaria esperienza artistica che celebra la potenza del sogno e la bellezza dell’immaginazione.
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1 D.Galizzi . Anabasis qualcosa deve accadere nell’anima . In Catalogo mostra Anabasis museo delle capuccine Bagnacavallo 2015 .
L’ intervista è stata realizzata da Giovanni Manzo.
Si ringrazia Primo Marella Gallery e Agostino Arrivabene