Milano, 24 settembre 2024– È stato inaugurato stamattina lo spazio ReverseLab, nella Casa Circondariale di Milano San Vittore “Francesco Di Cataldo”, nato dalla sinergia tra Carcere, Politecnico di Milano e PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, reso possibile dal contributo di Fondazione di Comunità Milano e realizzato in collaborazione con Forme Tentative e Philo – Pratiche filosofiche.ReverseLab è uno spazio riqualificato e riattivato di un raggio del Carcere di San Vittore, chiuso dalla seconda metà degli anni ’80 e ormai inabitabile. Oggi è un laboratorio permanente dedicato alla produzione artistica e culturale, aperto al dialogo tra carcere e città. ReverseLab si inserisce nell’ambito delle attività di Off Campus San Vittore, spazio gestito dal Politecnico di Milano e aperto nel 2022 all’interno del carcere stesso.ReverseLab ha aperto i battenti con la mostra intitolata “GLI ARTISTI SONO QUELLI CHE FANNO CASINO. Frammenti dal carcere di San Vittore”, con l’opera site specific che l’artista Maurice Pefura ha realizzato durante un workshop, svolto tra marzo e giugno, che ha coinvolto detenuti e agenti di polizia penitenziaria. Questa collaborazione ha dato vita ad un’unica opera d’arte collettiva data dall’assemblaggio di migliaia di frammenti espressivi posizionati su tessere di carta e altri materiali, che occupano tutte le pareti di una lunga galleria del carcere e, in questo modo, convertono lo spazio chiuso in un nuovo paesaggio urbano. La mostra, che sarà aperta al pubblico due giorni alla settimana (il sabato e il lunedì su due turni 14.00-15.00 e 15.00-16.00) dal 28 settembre al 28 ottobre 2024 con iscrizione su https://www.eventi.polimi.it/events/gli-artisti-sono-quelli-che-fanno-casino-frammenti-dal-carcere-di-san-vittore/, vuole essere un’occasione di confronto e contatto tra il mondo carcerario e quello esterno, per favorire la ricostruzione del complesso rapporto di San Vittore con la cittadinanza di Milano. “Gli Off Campus, spazi gestiti direttamente dall’università in quattro contesti marginali della città, sono dispositivi di prossimità tramite cui il Politecnico di Milano diventa un attore all’interno dei contesti più fragili, creando un meccanismo che porta innovazione all’interno dei contesti in cui operiamo. Nel caso di San Vittore, detenuti, agenti e operatori non sono fruitori del progetto, ma partecipanti attivi che contribuiscono a cambiare le narrazioni e a promuovere tracce di cambiamento”. Afferma Francesca Cognetti, Delegata della Rettrice al programma Off Campus del Politecnico di Milano.“La programmazione espositiva del PAC da diversi anni si muove sul terreno dei diritti umani e di quelli civili che – come la quotidianità ci ricorda ogni giorno – non sono ancora garantiti per tutti. Il PAC ha quindi scelto di utilizzare l’arte contemporanea come strumento di conoscenza delle tante realtà che ci circondano e accanto alle quali viviamo, anche quelle più difficili da approcciare. Lo fa attraverso lo sguardo e l’impegno degli artisti invitati a realizzare le loro mostre, ma anche partecipando a progetti di educazione e formazione come ReverseLab, affinché l’arte possa diventare anche veicolo di riscatto sociale” ha commentato Diego Sileo, curatore del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea.“Ogni prigione è un’isola. Lo ha sintetizzato brillantemente Daria Bignardi titolando così il suo ultimo libro. Nel cuore di Milano, c’è un luogo celeberrimo quanto rimosso, legato alla storia della città eppure ignorato o forse sarebbe meglio dire espunto. Fondazione di Comunità Milano ha deciso di accogliere la sfida lanciata dai promotori di ReverseLab, quella di realizzare ed esporre arte contemporanea in uno spazio ristretto per definizione. Una fiammella accesa per chi sta dentro tanto per chi sta fuori. Siamo consapevoli che è un obiettivo ambizioso, ma è nella natura di una fondazione vicina alle persone e alle organizzazioni locali come la nostra quella di farsi compagna di percorsi impegnativi e certamente appassionati” ha dichiarato Carlo Marchetti, Presidente di Fondazione di Comunità Milano.“Il carcere può essere un posto di appiattimento, ma può essere un posto di grande fermento nel momento in cui lo si trasforma in un luogo di attenzione in cui si svolgono attività; allora si scoprono risorse e anche talenti. La presenza di un laboratorio di progettazione permanente come Off Campus San Vittore, ora attivo sul progetto ReverseLab, crea i presupposti per ragionare sugli spazi ma anche sulle persone, per raccontare un altro carcere possibile. È un’occasione per far entrare i giovani all’interno del carcere, cambiare la prospettiva dal quale lo si osserva e coinvolgere in questa visione gli studenti, i docenti, gli operatori e gli ospiti della struttura. Per noi questo è importante: aprire alle persone per aprire nuove possibilità; è importante l’idea che il carcere possa diventare un luogo dentro la città, e che possa avere qualcosa di buono da raccontare.” ha dichiarato Giacinto Siciliano, Direttore della Casa Circondariale Milano San Vittore “Francesco Di Cataldo”.L’inaugurazione si è svolta alla presenza di Giacinto Siciliano, Direttore della Casa Circondariale Milano San Vittore “Francesco Di Cataldo”, Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano; Maria Milano Franco d’Aragona, Provveditrice Regionale Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia; Alessandro Balducci, Membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Comunità Milano; Francesca Cognetti, Delegata della Rettrice al programma Off Campus del Politecnico di Milano; Andrea di Franco, Laboratorio Carcere, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, Politecnico di Milano; Francesca Piredda Laboratorio Carcere, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano; Diego Sileo Curatore del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano; Maurice Pefura, Autore della prima opera d’arte partecipata presso ReverseLab. Una rete virtuosa: i promotori e sostenitori del progetto ReverseLab La ricchezza e la complessità del progetto che ha portato all’apertura dello spazio ReverseLab emergono dalla sinergia fra i diversi attori coinvolti: una rete di relazioni e competenze che prende le mosse dal basso attraverso la volontà e l’azione quotidiana di ricercatrici, ricercatori ed associazioni di professionisti, supportata dalle istituzioni.Il gruppo “Laboratorio Carcere” del Politecnico di Milano, oltre ad ideare e condurre ReverseLab, ha collaborato con Forme Tentative al progetto architettonico e alla riqualificazione dello spazio. Ha inoltre facilitato le attività partecipative del workshop artistico e il processo di relazione e coinvolgimento dei diversi attori del carcere; ha collaborato con lo studio òbelo al progetto dell’identità visiva di ReverseLab; ha progettato l’allestimento della mostra e ha ideato e realizzato i contenuti dell’installazione audio e della “Stanza della Memoria”.L’artista Maurice Pefura, attivo sui temi sociali, ha guidato il workshop artistico e l’esperienza creativa, che vede il coinvolgimento di persone detenute del carcere di San Vittore. Philo – Pratiche filosofiche ha guidato i momenti di riflessione e condivisione durante tutto il percorso.L’esposizione e l’intero processo che ha portato alla sua realizzazione sono stati curati da Diego Sileo, curatore del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, che curerà anche le future mostre, previste con cadenza annuale.Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione con la Casa Circondariale di Milano San Vittore “Francesco Di Cataldo”.Il progetto si inserisce nell’ambito delle attività di Off Campus San Vittore e partecipa a “CRAFT Competence Center Anti-fragile Territories”, del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.Il progetto ReverseLab, e tutte le attività citate sopra, sono rese possibili dal contributo di Fondazione di Comunità Milano, ente filantropico che sostiene la realizzazione di progetti locali in sinergia con le istituzioni locali, le organizzazioni del Terzo Settore, le imprese e la cittadinanza.Sponsor tecnico per l’illuminazione: Tecnico, un brand by Sforzin Illuminazione. |
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