In occasione della Giornata della Memoria, Il Memoriale della Shoah della Stazione Centrale di Milano presenta la nuova opera al neon dell’artista Marcello Maloberti: INVITAMI NOTTE A IMMAGINARE LE STELLE, pensata per la facciata esterna del Museo, dove rimarrà visibile.
L’opera site-specific è stata realizzata con il coinvolgimento della senatrice a vita Liliana Segre, superstite e portavoce di tutte le vittime della Shoah, e svelata al pubblico venerdì 27 gennaio in diretta su Rai1 nell’ambito dell’evento televisivo esclusivo “Binario 21”, condotto da Fabio Fazio.
L’idea di celebrare la giornata della Memoria con un progetto di arte pubblica nasce dalla collaborazione tra il Memoriale della Shoah di Milano e la Rai. La senatrice ha guidato il pubblico di “Binario 21” in un viaggio nella memoria, ricostruendo la storia di quella terribile giornata del 1944 che, dalle viscere della Stazione Centrale di Milano, l’ha portata ad Auschwitz.
Nel corso della serata è stata presentata l’opera site-specific realizzata da Marcello Maloberti e donata dall’artista insieme alla Galleria Raffaella Cortese di Milano al Museo. Collocata sulla facciata d’ingresso, come un fregio classico, la frase al neon bianco illumina il Memoriale e la piazza antistante. L’opera di luce agisce come un’insegna temporale, un luogo metafisico d’incontro con il visitatore.
La scritta, proveniente dalle iconiche MARTELLATE dell’artista, ricalca la grafia di Liliana Segre, invitata da Maloberti a trascrivere un messaggio di forza e speranza; un’immagine poetica sospesa che apre un dialogo con la storia e invita lo spettatore a immaginare sempre futuri possibili. Le parole diventano il portale d’accesso, la soglia da superare per accedere agli spazi bui e immersivi del Binario 21, avvolgendo e accompagnando l’esperienza del visitatore. Attraverso l’atto poetico dell’artista viene cucito il rapporto con il museo, la città di Milano e i suoi abitanti.
Il Memoriale è stato edificato per essere un luogo di riflessione e di memoria ma anche per mantenere vivo il confronto e il dialogo tra le nuove generazioni e per costruire un presente e un futuro fondati sul riconoscimento del diritto fondamentale alla vita.
La notte è simbolo di oscurità e metafora di abisso e Maloberti ci invita, proprio durante la notte, a non essere indifferenti ma a continuare a immaginare le stelle anche e soprattutto quando non si vedono.
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cultura@memorialeshoah.it | +39 334 322 7346 Marcello Maloberti
(Codogno, Lodi, 1966) è un artista visivo di base a Milano. È docente di cattedra di Arti Visive alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, Milano. La sua ricerca trae spirazione da aspetti propri delle realtà urbane più marginali e minime con particolare attenzione all’informità e alla precarietà del vissuto. La sua osservazione va oltre l’immediatezza della dimensione quotidiana, con uno sguardo neorealista straniante e onirico, combinato a un approccio archeologico alla storia dell’arte. Le performance e le grandi installazioni sonore e luminose, dal forte impatto teatrale, vengono realizzate sia in spazi privati che pubblici prediligendo sempre l’interazione con il pubblico. Questi interventi funzionano come narrazioni contratte, sono atmosfere da vivere ed esperire, temperature emotive da attraversare. Il corpo performante è quello della collettività, capace di produrre un dialogo tra la performance stessa e il suo pubblico. Negli ultimi anni Maloberti ha approfondito il binomio arte/vita utilizzando una coralità di linguaggi sia visivi che sonori – fotografia, video, performance, installazione, oggetti e collage – sempre attraversati e potenziati da una forte performatività. Marcello Maloberti ha esposto in numerose istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero, tra cui: Triennale Milano, Milano (2022); Gemäldegalerie der Akademie der bildenden Künste, Vienna (2022); BAB Bangok Art Biennale, Bangkok (2022); Kestner Gesellschaft, Hannover (2021), Biennale Gherdëina, Ortisei (2020), MACRO, Roma (2020), Haus Wittgenstein, Vienna (2019), MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma (2019), Stazione dell’arte, Ulassai (2019), Haus Wittgenstein–Bulgarisches Kulturinstitut, Vienna (2019), Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (2018; 2000), Manifesta12 (2018), Eventi collaterali 5X5X5, Palermo (2018), MOCAK – Museum of contemporary art in Krakov (2017), Biennale di Pune, India (2017), Quadriennale di Roma (2016), Artissima Torino (2016), MuCem –Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo, Marsiglia (2016), Galleria Raffaella Cortese, Milano (2020, 2018, 2014), Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli (TO) (2014), Padiglione Italia 55° Biennale di Venezia (2013), biennale: 4 – Thessaloniki Biennale, (2013), Fondazione Zegna, Trivello (BI) (2013), MAC VAL Museum, Vitry-sur-Seine, Francia (2012), MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma (2012), Frankfurter Kunstverein, Francoforte (2012), Triennale di Milano (2015; 2012), The 29th Biennial of Graphic Arts, Ljubljana (2011), Nuit Blanche, Paris, in collaboration with CAC Brétigny (2011), Generali Foundation, Vienna (2010), Royal Academy of Arts, London (2010), GAMeC − Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo (2009), PERFORMA 09, New York, (2009), Rotonda della Besana, Milano (2008), PAN | Palazzo delle Arti Napoli (2007), Spazio Oberdan, Milano (2007), Villa Manin − Centro d’Arte Contemporanea, Codroipo (UD) (2005), MUSEION – Museo d’arte contemporanea di Bolzano, Collection Lambert – Musée d’art contemporain Avignon, Palazzo Strozzi, Firenze (2005), PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2003), Premio FURLA, Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2002), SESC Pompeia, San Paolo, Brasile (2001), GAM – Galleria d’Arte Moderna, Bologna (2000).
Memoriale della Shoah
L’area dove oggi sorge il Memoriale della Shoah di Milano originariamente era adibita alla movimentazione dei vagoni postali, e tra il 1943 e il 1945 fu il luogo in cui migliaia di ebrei e oppositori politici furono caricati su vagoni merci, trasportati al sovrastante piano dei binari. Una volta posizionati alla banchina di partenza venivano agganciati ai convogli diretti ad Auschwitz- Birkenau, Mauthausen e altri campi di sterminio e di concentramento, o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano. Il 6 dicembre 1943 partì il primo convoglio di prigionieri ebrei (169 persone, ne tornarono 5), il 30 gennaio 1944 il secondo, entrambi diretti ad Auschwitz-Birkenau. Soltanto 22 delle 605 persone deportate quel giorno sopravvisse. Tra di loro Liliana Segre, allora tredicenne, che benché così giovane sopravvisse all’amatissimo padre. Tra tutti i luoghi che in Europa sono stati teatro delle deportazioni, oggi il Memoriale è il solo ad essere rimasto intatto. Esso rende omaggio alle vittime dello sterminio e rappresenta un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile. Il Memoriale vuole essere, infatti, un luogo di studio, ricerca e confronto: un memoriale per chi c’era, per chi c’è ora ma soprattutto per chi verrà. Esso è dunque un luogo simbolo della deportazione degli ebrei e degli altri perseguitati verso i campi di concentramento e di sterminio. Ma anche luogo di memoria e di conoscenza; un centro polifunzionale dove ospitare incontri, dibattiti, mostre per ricordare le atrocità del passato e, soprattutto, dove creare occasioni di dialogo e di confronto fra le culture e per educare i giovani a superare le barriere linguistiche, culturali, sociali e perché la barbarie del XX secolo che vide nella Shoah il segno del massimo degrado dell’umanità, non possa ripetersi.